Parlando con le persone ho notato che la figura dell'imprenditore è spesso vista come un'entità lontana, una persona che grazie ad eventualità straordinarie ha ottenuto dei risultati, secondo il mio punto di vista viene dato troppo poco merito alle idee e alle azioni degli imprenditori e decisamente troppo merito alla fortuna, al background, "se non fosse nato li….", "se non avesse studiato li…", "se non avesse avuto la fortuna di…". Addirittura spesso sento attribuire agli imprenditori più aggettivi negativi che positivi, per come la vedo io è assurdo, io li vedo come degli eroi. Gli imprenditori sono coloro che fanno girare il mondo. Questa è la realtà dei fatti senza "se" e senza "ma". Se non ci fossero gli imprenditori non ci sarebbe niente, saremmo ancora alla fase dove ognuno raccoglie le sue patate nell'orto casalingo e poco altro.
La figura dell'imprenditore è nata con le workhouses della rivoluzione industriale, qualche nostalgico ne attribuisce la nascita con le compagnie delle Indie ma a me sembra così lontana dalla figura attuale che farei qualche salto in avanti. In realtà prima della rivoluzione industriale erano tutti un po' imprenditori. Si produceva qualcosa: chi prodotti agricoli, chi prodotti da allevamento, chi servizi, e poi si vendeva per poter comprare ciò che non si riusciva a produrre.
Articolo 2082 del Codice Civile:
È imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.
Il codice civile definisce l'imprenditore in questo modo, secondo il mio umilissimo parere occorre integrare con il fatto che l'imprenditore è colui che costruisce sistemi al fine di generare valore, per questo motivo secondo me l'imprenditore nasce con la rivoluzione industriale, perché le fabbriche sono i primi sistemi di persone che lavorano al fine di passare da un mucchio di fili a un tessuto, da ferro grezzo a lamiera, da un insieme di materiali a un prodotto finale con un valore maggiore.
Questo è il lavoro di un imprenditore, generare valore utilizzando un sistema.
Io ho sempre voluto essere un imprenditore, da quando è finita la fase astronauta, attore di Hollywood, rockstar o principe di Camelot, il mio desiderio è quello di avviare la mia attività per aiutare le persone con il mio prodotto o con il mio servizio, potermi guadagnare da vivere con qualcosa creato da me. I motivi sono vari, un po' gli ho imparati più avanti nel tempo mentre altri li ho sempre saputi, in ogni caso cerco di accumulare più informazioni e esperienze possibili per raggiungere il mio obiettivo.
Il primo motivo che mi spinge verso questo tipo di carriera è quello di lasciare qualcosa alle persone, aiutare gli altri a risolvere un problema, contribuire allo sviluppo. Gli imprenditori sono inevitabilmente in conflitto tra di loro, è una sfida a chi riesce ad accaparrarsi la fetta di mercato più grande. Questo è sicuramente positivo per la società perché la sfida porta al miglioramento dell'offerta e all'abbassamento dei prezzi. Il consumo nasce da un problema, un bravo imprenditore è colui che riesce a fornire più soluzioni degli altri.
In secondo luogo ho questo terribile vizio di voler fare ciò che ritengo valido per me, senza vincoli imposti a contorno, lo so è un'abitudine non molto lodevole ma purtroppo, o per fortuna, sono fatto così. Questo non vuol dire che faccio quello che voglio senza stare a sentire nessuno, però sicuramente non mi piace eseguire il compitino, e se proprio devo farlo allora voglio sapere il perché, ragionare su una determinata decisione che è stata presa per vedere se è possibile fare di meglio ed eventualmente in che modo. Se devo essere totalmente sincero non mi piace nemmeno dare gli ordini, sono più propenso a cose tipo "io farei così, se hai delle idee migliori ottimo, in caso contrario fai così", in questo modo magari le idee migliori vengono fuori e l'impresa ne trae beneficio.
Un altro aspetto piuttosto determinante è che sono un buon lavoratore, ma non mi piace lavorare, credo che ogni imprenditore sia mosso da un sentimento di libertà che lo spinge a creare valore, perché il valore non finisce a fine turno di lavoro di conseguenza diventa un asset scollegato dal tempo. Il fatto è che se qualcuno mi paga per fare qualcosa, sicuramente il beneficio che ne trae il datore di lavoro è maggiore del mio salario. È un po' come il gioco d'azzardo, dove vai vai ma comunque il banco vince sempre, non importa se lavori per una mega azienda o per il bar di zona, se ti danno 1000€ per fare qualcosa, sicuramente il datore di lavoro ci guadagna più di 1000€, funziona così e non c'è nulla di male, anzi è abbastanza ovvio, però è un fattore determinante.
Ho lavorato, lavoro e lavorerò ancora per un po' prima di poter fare impresa davvero (con "lavoro" intendo attività pagate a ore, fare impresa per me è proprio un'altra disciplina), perché si inizia da lì per forza, nel mio caso con l'ambizione di studiare i "piani alti" e capire la causa del loro successo.
Il lavoro aiuta, l'esperienza aiuta sempre, ad esempio ora lavoro come tirocinante in una multinazionale che vende prodotti di produzione industriale. Oggettivamente il ruolo di "intern" mi calza un po' stretto però ci sono molte cose che mi porto a casa, e non sono da sottovalutare secondo me. L'azienda in questione ha una supply chain di fornitura di DPI che è tra le migliori al mondo, l'organizzazione e la digitalizzazione dei processi l'ha resa una realtà a 10 cifre sul mercato. C'è sempre un motivo per il successo, non credo alla fortuna. I miei superiori mi odieranno a fine stage probabilmente, sono il classico tipo che fa mille domande per cercare di capire il funzionamento di base delle cose, voglio sapere tutto, voglio avere anche io 10 cifre sul mercato.
Sono anche al secondo anno di università, ingegneria della produzione industriale, il percorso è ancora lungo ma sono già riuscito a rendermi conto che non mi piace molto studiare, in compenso adoro imparare. Malauguratamente per acquisire determinate competenze e conoscenze è necessario studiare, in effetti i corsi che seguo sono finalizzati a farmi comprendere meglio l'attività di impresa quindi risulta essere molto utile per i miei obiettivi.
Spesso leggo per acquisire delle nozioni utili, non sono un tipo da romanzi, leggo libri più pratici, il fatto è che non mi piace nemmeno leggere. Però le informazioni spesso arrivano dai testi scritti, quindi se voglio acquisire determinate informazioni mi occorre pure leggere.
Quando riesco vado anche in palestra, e qui voglio fare una domanda: c'è qualcuno a cui piace davvero andare in palestra? Perché io personalmente entro in palestra al solo fine di uscirne migliore di prima. Quando esco sono pieno di adrenalina e endorfina, posso mangiarmi il mondo se voglio, sono molto più felice e sicuramente sono più in forma di quando sono entrato, quindi direi che i pro compensano abbondantemente i contro.
Con il network marketing sicuramente ho trovato qualcosa che davvero mi piace fare, perché come ho già ampiamente detto il mio obiettivo è fare business e il network marketing sicuramente è l'idea di business più innovativa in circolazione. Il network è il modello di business più adatto a coloro che hanno dei sogni imprenditoriali, anche se ha delle differenze con l'idea di imprenditore tradizionale alla Briatore. L'imprenditoria non viene spiegata a scuola, per fare qualunque cosa occorre che qualcuno ti dia le linee guida, in questo modello di business la cooperazione e l'aiuto reciproco sono determinanti. Il network viene definito come "una scuola di business" perché si può partire da zero e acquisire le conoscenze necessarie durante il percorso, grazie ai propri collaboratori e al proprio team. Il successo nel network marketing può portare dei risultati incredibili, può dare la possibilità a tantissime persone di seguire un'idea, un messaggio portato avanti dal team e dall'azienda. L'idea più innovativa del network è il fatto che non esiste successo solitario, non è possibile per come è strutturato il business, quindi avere successo vuol dire portare al successo molte persone insieme a te. Aiutare le persone, è questo il lavoro di un imprenditore.
Di fatto io studio, lavoro, leggo, mi informo perché voglio capire il minimo comune denominatore delle persone che hanno ottenuto un successo imprenditoriale, perché io voglio arrivare lì.
Anche se non mi piace, anche se sono stanco e anche se quel giorno gira tutto storto.
Non so se riuscirò a diventare il grande imprenditore che sogno di essere, se farò successo con il network marketing, se aprirò la mia azienda, magari entrambe le cose o magari nessuna, però sicuramente ho un'idea comune a quelli che per me sono dei punti di riferimento nel business.
Per raggiungere dei sogni di grande portata non si deve fare ciò che ci piace, non si deve fare ciò che si vuole, si deve fare ciò che serve per diventare chi si vuole essere.
Serve avere un fine, un obbiettivo, un perché forte. Se hai una passione amerai il processo.
Per tutte le persone all'Avanguardia che hanno letto questo articolo mi sento di consigliare di andare all in nella direzione che volete prendere, zero piani B ma solo un grande piano A. Se il vostro piano A è costruire il vostro business, creare sistemi, con Avanguardia Digitale siete nel posto giusto, facciamolo insieme.
Come sempre qui sotto c'è la sezione contatti per sapere di più della nostra attività, visita il resto del sito se vuoi avere delle informazioni sul business del network marketing e sulla nostra azienda.
Il prossimo appuntamento sarà la prossima settimana con un nuovo articolo.
Buon proseguimento di settimana a tutte le persone all'Avanguardia e a tutti quelli che si stanno impegnando per esserlo in futuro.
Niccolò Lavino